Come funziona un giradischi

Attraverso l’alimentazione, l’apparecchio determina una rotazione del disco a velocità costante: essa può avvenire a 33 ⅓ giri per minuto, per la riproduzione di vinili dal diametro di 12 pollici, oppure a 45 giri per minuto, per la riproduzione di dischi di dimensioni inferiori, dal diametro di 7 pollici. Per effetto di questa differenza di velocità, i dischi vengono appunto comunemente chiamati “33 giri” e “45 giri”.

L’essenza della riproduzione di un disco analogico è lo scorrimento (tracking) di una punta di diamante lungo il microsolco a spirale inciso su entrambe le facciate del supporto. La puntina “legge” le microscopiche informazioni qui incise, ovvero estrae la maggior quantità di suoni possibile e deducibile dalle “microimperfezioni” della superficie, e le trasmette al magnete ed alla bobina che si trovano nella testina. Questi ultimi trasformano i movimenti della puntina in segnali elettrici che vengono a loro volta inviati ad un amplificatore che ancora li passa alle casse acustiche, permettendone l’ascolto.

La puntina è inserita all’interno di un dispositivo chiamato testina a sua volta retto da un braccio mobile che, per mezzo di un sistema di contrappesi, permette alla testina di essere adagiata delicatamente sulla superficie del disco e determinarne appunto la lettura.

Il dispositivo antiskating bilancia la tendenza che ha la testina ad essere oggetto di una forza centripeta che la attrae verso il perno di centraggio. Grazie al dispositivo antiskating, sia la puntina che il microsolco subiscono su entrambi i lati un identico processo di consumo e si evita che un lato si consumi di più rispetto all’altro, dando luogo a differenze di intensità nell’uscita del suono in una cassa rispetto all’altra.

Altro fenomeno fastidioso, quando si riproduce un disco, è l’esistenza di possibile rumore che distorce i suoni estratti dal solco. Ciò è dovuto a vibrazioni della struttura che possono essere esterne o interne: le prime derivano dal mobile su cui è posizionato l’impianto; le seconde, dal motore dello stesso giradischi. Queste ultime possono essere notevolmente ridotte facendo ricorso ad un giradischi a cinghia, che le disperde mentre trasmette il moto al piatto.

Il microsolco dunque si avvita a mo’ di spirale lungo tutto il disco, così come l’azione di tracking esercitata dalla puntina su di esso, fino a finire in prossimità del perno di centraggio, dove il più delle volte è un dispositivo automatico a riportare il braccio entro il proprio alloggio e ad interrompere la riproduzione del vinile (più raramente è necessario intervenire manualmente).