One nation under a groove

Funkadelic copertina One nation under a groove
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“The best concert we’d ever seen. It was like one nation under a groove” fu il commento di LaTanya e Darlene subito dopo aver assisitito ad un concerto dei Funkadelic a Washington DC. Queste parole di due perfette sconosciute inspirarono così tanto George Clinton da spingerlo a scrivere una canzone, o, meglio, a scrivere il suo più grande successo commerciale, con oltre un milione di copie vendute, che darà poi il titolo al decimo album della band. Era il 1978 e gli alieni del P Funk continuavano ancora a far atterrare (letteralmente) la loro nave madre su chiunque avesse voluto essere liberato dalle costrizioni di un mondo senza ritmo. Era la consacrazione di una comunità che si faceva stato, una nazione appunto, che rifiutava ogni autorità politica e religiosa, con il groove come unica guida.

La prima stampa arriverà nei negozi in formato LP su etichetta Warner contenente 6 tracce più un EP bonus da due tracce per lato. Il gatefold non è nient’altro che la sintesi finale dei live della band: in parte carnevale, in parte Broadway, in parte circo (cit. Michael “Kid Funkadelic” Hampton, chitarrista). Anche in questo caso tutte le illustrazioni sono affidate a Pedro Bell (r.i.p.), ma a differenza delle copertine degli altri album in questa possiamo notare anche una minima presenza di componenti fotografici (strumenti musicali, Batman e Robin, aerei, soldati e carri armati, Marlene Dietrich, cani e altri personaggi completamente fuori contesto) che vanno a formare una sorta di bizzarro collage dell’astratto mondo caotico dei nostri supereroi. Per il resto, ovvero il 90% del totale, è tutto un furioso accavallarsi di slogan, fumetti e situazioni funkadeliche: dal mezzo busto di una donna afro in pieno orgasmo in seconda di copertina (dove tra il viso e il seno campeggiano storpiati i nomi dei musicisti) fino ad un discutibile metodo passo dopo passo per “nazionalizzare il groove con sperma funkadelico”. E ancora, dal racconto “The funk wars (1984 B.C.)” di ovvia influenza, con il funk che diventa la forza per alterare il cosmo oltre i limiti di tempo e dimensioni… fino ai quattro cosmonauti del groove che surfando il pianeta Terra sventolano la bandiera del R&B (rhythm & business). Il tutto finisce sulla quarta di copertina con un Clinton che guardandoti dritto in faccia attraverso i suoi occhiali magenta a tre lenti spara da uno dei suoi anelli un laser accecante che riporta la scritta “One nation under a groove, getting down for the funk of it!”

P.S. Darlene e LaTanya compaiono tra i credits dell’album.

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